IL CORNUTO IMMAGINARIO

IL CORNUTO IMMAGINARIO

Da Molière
Adattamento e regia di ENRICO BONAVERA
Traduzione di Francesco Origo

“Sganarello o il Cornuto immaginario”, pur non essendo uno dei grandi testi di Molière, resta un classico, una farsa sottesa ad una piccola tragedia umana: la paura del tradimento sentimentale.
Ma dietro l’apparenza dello svolgimento di questo tema principale si nascondono almeno altri due ‘sottotemi’ non meno importanti : il gioco delle convenienze e delle apparenze che vanno salvate nel contratto matrimoniale e il concetto di realtà relativa: non è ciò che è vero che determina le nostre azioni, ma spesso sono ciò che riteniamo vero, secondo le nostre proiezioni e le nostre paure.
Se si ama veramente, se si ha fiducia nel proprio partner, perché temere, perché credere al tradimento ?
In mezzo a questa bufera degli equivoci c’è Sganarello, un piccolo borghese tanto ingenuo quanto pavido, un ‘Fantozzi’ ante litteram, che minaccia sfracelli per poi calare le braghe alla prima reazione contraria.
Per lui la preoccupazione più grande sembra non essere tanto il tradimento della moglie quanto le corna che compariranno sul suo capo e di cui tutti avranno notizia.
Per dare maggior gusto – salsa piccante – alla vicenda molieriana, abbiamo pensato di inserirla in un gioco metateatrale, forse non cosa nuova ma sempre, appunto, saporita.
Una compagnia teatrale si trova, per cause di forza maggiore, a sostituire un testo in cartellone, un Pirandello, con, appunto, lo “Sganarello”.
Ma la scelta obbligata dell’ultimo momento di un testo in repertorio ma non più ‘fresco’, costringe gli attori e soprattutto il Capocomico, novello Hinkfuss, ad arrangiarsi e a sopperire ad amnesie, incertezze e goffagini con interventi estemporanei e improvvisati, in cui il gioco delle relazioni reali squarcia la realtà della scena.
Uno spettacolo d’attore, divertente, ricco di gags e trovate, ma che non rinuncia a strizzare l’occhio a tematiche più complesse delle relazioni umane.